4 Agosto 2015 Notizie 0 comment

Riforma appalti: emendamenti a settembre

Cantiere comprata

Il 4 agosto scade in commissione Ambiente alla Camera il tempo per presentare gli emendamenti al disegno di legge delega in materia di appalti, e Raffaella Mariani (Pd), relatrice insieme ad Angelo Cera (Ap), ha deciso di studiare le eventuali proposte fatte dagli altri gruppi per vedere poi di assestarle al disegno di legge delega.

Le priorità sono quelle di general contractor, qualificazione di imprese e stazioni appaltanti, incentivo del 2% alla progettazione interna, PMI, project financing.
Per quanto concerne il calendario, a settembre si avranno le votazioni, in modo così da arrivare in aula tra la fine del mese e l’inizio di ottobre. Seguirà poi una terza lettura fatta dal Senato in tempi ristretti.

In questi giorni i relatori e il Governo hanno studiato le eventuali modifiche, ma c’è stato poco dibattito in commissione, dove tra i gruppi, a livello ufficiale, si è parlato poco e si è ascoltato solo Raffaele Cantone (presidente ANAC) e Graziano Delrio (Ministro delle Infrastrutture).

Mariani ha aggiunto: «Vedremo finalmente tutte le proposte di modifica e capiremo quali sono gli orientamenti. Visti i tempi rapidissimi che ci siamo dati, finora non è stato possibile fare un confronto diffuso. Ovviamente, ci auguriamo che gli emendamenti siano pochi, anche perché il Governo ha dato indicazione di fare presto».
Sono stati confermati gli interventi sulla disciplina del general contractor, sulle regole per le PMI, sulla qualificazione di stazioni appaltanti e imprese, sul project financing e sull’incentivo interno per la progettazione della PA, ma questo elenco potrebbe essere infoltito in tempi brevi.
Mariani ha anche detto che «ci porteremo il fascicolo degli emendamenti in ferie e studieremo le cose che sono state proposte. Alla ripresa la riforma avrà certamente la priorità in commissione Ambiente e probabilmente anche in Aula». Infatti, si vorrebbe arrivare al voto in Aula entro il 30 settembre, ma ci vorrà probabilmente qualche giorno in più, per poi giungere a Palazzo Madama dove sarà licenziato senza modifiche. Nello stesso momento si guarderà ai decreti delegati tra Palazzo Chigi e il Ministero delle Infrastrutture.